Nell’ultimo periodo ogni notizia, che riguarda l’ambiente e il clima, viene gestita con superficialità e toni apocalittici. I ghiacciai alpini non fanno eccezione. Cosa sta accadendo al Ghiacciao di Planpincieux sul Monte Bianco?

La notizia che è circolata spesso in questi anni è quella dell’imminente crollo del ghiacciaio di Planpincieux sul Monte Bianco. Media e social hanno rilanciato la notizia, sull’onda delle proteste sul clima, come un disastro imminente e senza precedenti, con titoloni del tipo “Il ghiacciaio del Monte Bianco, rischia di crollare”, e alcune associazioni ambientaliste ne hanno approfittato per rilanciare le prossime catastrofi. Cosa c’è di vero in tutto questo?
La morfologia del Ghiacciaio del Monte Bianco
Andando sul sito del IRPI (Istituto di Ricerca per la protezione Idrogeologica) facente parte del CNR (Centro Nazionale di Ricerca), viene riportata la morfologia di questo ghiacciaio:
Il Ghiacciao di Planpincieux è uno dei ghiacciai che caratterizzano il versante italiano del massiccio delle Grandes Jorasses. Si tratta di un ghiacciaio temperato il cui fronte glaciale si trova attualmente in prossimità di un gradino morfologico che ne determina una forte propensione al dissesto. Il particolare assetto morfologico del substrato genere le condizioni predisponenti per l’attivazione (quasi continua nel periodo estivo) di crolli di blocchi di ghiaccio dalla parte frontale. Questi fenomeni sono tipici di questo ghiacciaio, ma la sua particolare conformazione può dare origine, come già avvenuto in passato, a distacchi di proporzioni ben maggiori che possono collassare e raggiungere pericolosamente il fondovalle e l’abitato di Planpincieux. Trattandosi di un’area molto instabile questo ghiacciaio è stato a lungo considerato non monitorabile.
Abbiamo sottolineato in grassetto alcune parti per comprendere come il fenomeno è assolutamente normale in Estate, proprio perchè il ghiacciaio si trova a ridosso di un gradino morfologico. Questo comporta, per effetto della gravità, il crollo di questo “costone” del ghiacciaio. Inoltre, in alcuni casi, come già successo in passato, queste condizioni possono portare al distacco di masse molto più grandi e “minacciare” il fondovalle.
Crolli nel passato
- 1952 il crollo più imponente risale al 21 dicembre 1952 ed è stato descritto con precisione sulla Rivista del Cai da da Augusta Vittoria Cerutti, nota glaciologa e naturalista valdostana:
“Un’enorme valanga, simile nelle proporzioni a quelle che si staccano dagli immensi ghiacciai dell’Himalaya, si staccò dall’estrema cresta delle Grandes Jorasses e giunse fino al fondovalle: l’ampiezza delle sue fonti era complessivamente di circa due chilometri e il dislivello superato nella discesa di quasi tremila metri”
- 1993 nella notte del primo agosto del 1993 un nuovo crollo investì purtroppo un gruppo di alpinisti che stavano salendo dal rifugio Boccalatte verso la cima delle Grandes Jorasses, lungo la via normale. Otto alpinisti vennero travolti, tre veronesi, due francesi e tre tedeschi. La frana, di solo ghiaccio, si fermò dopo poche centinaia di metri, la stagione estiva aveva evitato che si formasse una valanga di neve polverosa, capace di creare guai ben maggiori.
- 1997 all’inizio di gennaio 1997 la grande seraccata tornò a diventare pericolosa e tenne con il fiato sospeso per giorni l’intera valle. La seraccata si scaricò un paio di settimana più tardi, insaccandosi nella val Ferret – che era stata chiusa su ordine delle autorità – senza provocare danni.
- 2014 a metà settembre 2014 un nuovo allarme. Scrisse sul proprio sito la Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur: “Il monitoraggio in atto sul seracco delle Grandes Jorasses, gestito dalla Fondazione su incarico della Regione, ha evidenziato, negli ultimi giorni, un aumento della frequenza di distacchi di ghiaccio dalla parete frontale che potrebbero interessare la via normale alle Grandes Jorasses”. Tra il 20 e il 29 settembre si staccarono prima 30mila, poi 50mila metri cubi di ghiaccio, che spazzarono la parete senza però proseguire verso il fondovalle.
Come potete vedere la serie di distacchi e allarmi è molto lunga e del tutto normale in un ghiacciaio morfologicamente instabile. Lo stesso sindaco di Courmayeur, Stefano Miserocchi, ha ribadito come: “Non c’è alcun ghiacciaio che può cadere su Courmayeur, non sta cadendo il Monte Bianco, non c’è alcun pericolo per la popolazione siamo di fronte a un fenomeno glaciologico definito” – Notizia ANSA
Infine se andiamo a vedere la storia dei ghiacciai Alpini dal 1500 ad oggi, possiamo notare quante volte i ghiacciai sono avanzati e arretrati: