Geologia
Di 14 Dicembre 2019Gennaio 2nd, 2021No Comments

Terremoti: come si localizzano e la differenza tra epicentro e ipocentro

Quando si verifica un terremoto, sentiamo spesso le parole epicentro e ipocentro. Come viene localizzato geograficamente l’epicentro e l’ipocentro di un sisma? Come si interpreta un sismografo?

Epicentro e Ipocentro Terremoti

La differenza tra epicentro ed ipocentro

  • L’epicentro, come vediamo nell’immagine sotto, rappresenta quel punto sulla superficie terrestre più vicino al fuoco di origine del sisma. E’ il punto in superficie che generalmente per primo riceve il segnale sismico dell’onda sferica che si propaga a partire dall’ipocentro. 
  • L’ipocentro è situato in profondità e generalmente è posto in proiezione verticale rispetto all’epicentro. E’ il fulcro da dove il terremoto si genera e giace in corrispondenza di un piano di faglia.
Scarpata Di Faglia

Come ricavare l’Epicentro e la Magnitudo di un Terremoto

Esiste una rete più o meno fitta a livello nazionale di stazioni sismiche, le quali catturano attraverso le componenti di un sismografo, l’arrivo della prima onda sismica, e registrano successivamente la durata dell’intero segnale sismico fino al suo esaurimento. Inizialmente il segnale è di tipo elettrico ma successivamente viene trasformato in impulso meccanico e trascritto, tramite un pennino, su rotoli di carta detti “sismogrammi”.

Tipo Di Sismografo

Il sismogramma è il risultato finale di fondamentale importanza per un sismologo che dal quel momento in poi deve interpretarlo per poter ottenere informazioni utili sulla localizzazione di un terremoto. In realtà una buona stima sulla localizzazione dell’epicentro di un terremoto viene effettuata tramite l’interpretazione di 3 diversi sismogrammi, registrati da 3 diversi sismometri, localizzati in 3 diversi punti geografici. 

Da essi, riconoscendo i vari tempi di arrivo delle onde del sisma, lungo la linea orizzontale (segnata in blu nell’immagine sotto), è possibile tramite una interpolazione, definire con buona certezza la localizzazione geografica (latitudine e longitudine) di un terremoto. Lungo le linee verticali (segnate in rosso nell’immagine sotto) notiamo degli “scarabocchi” molto fitti: essi rappresentano le ampiezze della registrazione segnate dal pennino e sono legate fortemente alla magnitudo di un terremoto. 

Generalmente più ampie risultano quelle tracce verticali, più il terremoto evidenzia una elevata magnitudo ed un elevato spostamento del terreno in termini di micron. Quindi, attraverso calcoli e giuste interpretazione dei sismogrammi, ecco che i sismologi riescono ad ottenere informazioni utilissime sull’evento sismico appena verificatosi.

Ampiezza Sismografo

Questo è il metodo, potremmo dire più “rustico”, di trascrizione, registrazione ed interpretazione di un terremoto che veniva usato fino alla fine del ‘900. Metodo decisamente macchinoso e spesso poco preciso che ormai oggi è stato sostituito dai computer con registrazione dei sismogrammi in forma digitale. E pensare che il più antico e probabilmente primo sismoscopio della storia era così:

Primo Sismografo della Storia
Sismoscopio risalente al 132 d.C. di Zhang Heng scienziato cinese

E l’ipocentro come si ricava?

L’ipocentro è probabilmente più difficile da essere localizzato. Esso se situato a poca profondità, con l’ausilio del sismogramma di una quarta stazione, oltre alle tre già interpretate, diventa più semplice individuarlo. Da questo momento si lavora in 3D con l’introduzione della terza dimensione: la profondità. Si procede sempre per interpolazione, attraverso la quale ricaviamo quattro sfere che ci indicheranno anche la profondità del fuoco del terremoto. Solitamente l’ipocentro ha stesse coordinate geografiche dell’epicentro ma ciò che differisce da esso è appunto la profondità.

Altre cose importanti da valutare nell’interpretazione di un sismogramma

E’ doveroso ricordare che nell’interpretazione di un sismogramma vanno considerati tanti altri fattori legati alla geologia e alla morfologia del territorio interessato dal sisma. Quali possono essere: strutture particolari del sottosuolo, differenza di tipologie rocciose e presenza di bacini marini o lacustri, che nel complesso vanno ad influenzare in modo particolare le velocità di propagazione delle onde sismiche. In tali casi serve anche possedere preconoscenze sulle velocità di propagazione delle onde sismiche nelle rocce dell’area in oggetto di studio. Una volta individuate queste caratteristiche, vanno apportate modifiche agli eventuali errori e anomalie da esse create.

Cipriano Clemente

Cipriano Clemente

Redattore esperto in Geologia d.chierico@meteone.it