I temporali v-shaped, sono sistemi temporaleschi a mesoscala con una struttura lineare celebri per la loro natura auto-rigenerante
I temporali v-shaped (“V-shaped storm”), sono potenti sistemi temporaleschi a mesoscala con una struttura lineare, tipici della stagione autunnale ma possibili anche in altre stagioni. Questi fenomeni meteorologici sono celebri non solo per la loro forma distintiva, ma anche per la loro propensione a generare eventi meteorologici estremi, principalmente per le ingenti precipitazioni seppur su aree circoscritte.
COME SI FORMANO
L’ambiente ideale per lo sviluppo di un potente “V-Shaped” è quello in seno ad una avvezione calda, con un flusso di correnti meridionali calde e molto umide nei bassi strati, sopra cui diverge un ramo principale o secondario della “corrente a getto”, il cui passaggio in alta quota va ad inasprire il “Wind Shear verticale”, generando condizioni di fortissima instabilità, con lo sviluppo di violenti moti convettivi che vanno a costruire i sistemi convettivi a mesoscala.
La caratteristica forma a “V” di queste tempeste si manifesta quando un potente updraft penetra nella bassa stratosfera, generando un overshooting top che blocca il vento ai livelli superiori. Questo fenomeno provoca la divergenza del flusso intorno all’updraft, creando la forma a “V”. L’area più fredda è situata vicino all’apice della “V” e è associata all’espansione adiabatica causata dalla rapida ascesa dell’aria nell’updraft attraverso la tropopausa.
FENOMENI INTENSI E PERSISTENTI
Negli ultimi anni, questi sistemi temporaleschi sono diventati più frequenti. Sfortunatamente sono responsabili di eventi meteorologici estremi che, in alcuni casi, hanno causato perdite umane e danni in diverse regioni d’Italia. La loro pericolosità è data non solo dall’intensità dei fenomeni, ma anche dalla loro persistenza che possono portare a forti precipitazioni per diverse ore consecutive su determinate zone.
Questo è dato in primis dalla loro natura auto-rigenerante, soprattutto quando si muovono sopra ampie porzioni di mare con temperature superficiali miti, ma anche per la loro semi-stazionarietà. Inoltre la zona meridionale della “V” può presentare elementi supercellulari, con intensa rotazione, aumentando il potenziale per lo sviluppo di fenomeni vorticosi.