Non ci sono solo pioggia e neve: esistono altri tipi di precipitazioni difficili da distinguere ma diverse per caratteristiche e formazioni
Sentiamo spesso parlare di termini molto comuni come neve, pioggia e grandine. Ma esistono altri tipi di precipitazioni, come graupel, gragnola o nevischio, meno comuni ma che, soprattutto durante le irruzioni fredde in inverno, vengono spesso confusi fra loro.
La differenza più immediata fra i tipi di precipitazione riguarda la loro forma: liquida (la pioggia appunto) oppure solida (neve e grandine per esempio). Esistono due modi che portano all’aggregazione delle goccioline di pioggia presenti nella nube e quindi determinano la precipitazione: per coalescenza e per il processo Bergeron-Findeisen. Il primo avviene per “scontro”, nelle nubi calde (con T superiori a 0°C), generalmente questo accade nei moti turbolenti. Il secondo avviene a causa dei nuclei claciogeni, nelle nubi fredde (con T inferiori a 0°C) è il caso che ci porta alla formazione dei cristalli di ghiaccio e quindi del fiocco di neve.
I DIVERSI TIPI DI PRECIPITAZIONI
PIOGGIA (rain in inglese, codice Metar: RA) – Una nube è formata da miliardi di goccioline di acqua che a loro volta contengono 550 milioni di molecole di acqua. La massa d’aria che contiene il vapore acqueo, viene portata verso l’alto, attraverso correnti ascensionali, raffreddandosi arriva al punto di saturazione. Per far si formi la pioggia, le goccioline dovranno continuare ad aggregarsi tra loro, finché non sarà vinta la forza della corrente ascensionale che le tiene sospese in aria. Per arrivare a formare una gocciolina di pioggia compresa tra 200µm e un paio di mm ci vorranno milioni di goccioline di vapore condensato.
NEVE (snow in inglese, codice Metar: SN) – Grazie ai nuclei claciogeni, le varie goccioline si aggregano formando minuscoli cristalli di ghiaccio, questi minuscoli cristalli continuano ad aggregare molecole di vapore finché raggiungono la soglia dei 200µm e come per la pioggia vincendo la spinta ascensionale dell’aria, cadono verso il suolo. Nella loro caduta verso il suolo, i cristalli di ghiaccio possono aggregarsi con altri cristalli di ghiaccio, generando i classici fiocchi di neve (snowflake), oppure con altre gioccoline liquide o sopraffuse, generando altri tipi di precipitazioni.
NEVE TONDA (“graupel” in tedesco, in inglese snow pellets, codice Metar: GS) – I cristalli di neve nella loro discesa verso il suolo possono trovare condizioni e masse d’aria diverse. Nel caso del graupel, i cristalli di neve incontrano goccioline di acqua sopraffuse del diametro di 10µm, che possono esistere anche con temperature ben al di sotto del punto di congelamento (addirittura, anche se raramente fin sui -40°C). Le goccioline al contatto con i cristalli di neve, si solidificano, letteralmente “orlando” il fiocco. Se l’aggregazione continua, il fiocco originario non è più riconoscibile e prende le sembianze di una pallina di ghiaccio soffice. Nel cadere non produce rumore e il suo aspetto è opaco come quello della neve. Se lo si prende in mano si distrugge facilmente.
GRAGNOLA (in inglese small hail, codice Metar: GS) questa precipitazione per forma è simile alla grandine, ma la formazione è invece la stessa del graupel. La differenza sostanziale sta che lo strato di ghiaccio che circonda il fiocco di neve è superiore al primo e soprattutto ha una densità maggiore. La gragnola è tipica dei temporali invernali, quando la maggior turbolenza, a causa dell’aria molto fredda in quota, permette una maggior aggregazione di goccioline di acqua intorno al fiocco di neve. Quando cade, la gragnola produce un rumore simile alla grandine, anche se visivamente è totalmente lucida.
GRANDINE (in inglese Hail, codice Metar: GR) Rientra nelle forme solide e non ha nulla a che fare con i 4 fenomeni descritti sopra. La sua formazione avviene all’interno delle celle temporalesche e si forma quando le correnti ascensionali sono abbastanza forti. Un primo nucleo di ghiaccio viene trasportato verso l’alto del cumulonembo dove si può aggregare con altri nuclei di ghiaccio o con gocce di pioggia. La dimensione della grandine dipende da quanto sarà forte la corrente ascensionale, ma anche da altri fattori come: higher elevation, lower freezing zones, and wind shear.
PIOGGIA GELATA (in inglese ice pellets, codice tecnico METAR: PE) – Attenzione non è da confondere con il gelicidio o pioggia congelante, della quale ne parlermo sotto. La pioggia gelata è una via di mezzo tra un fiocco di neve e il gelicidio. Quando il fiocco di neve incontra uno strato più caldo (al di sopra del punto di congelamento) tra i 1500 e i 3000m, tende a sciogliersi, sotto i 1500m ricontrando un nuovo strato più freddo (sotto il punto di congelamento), ritorna a ghiacciarsi, ma non assume più la forma di un fiocco, ma ben si quella di pioggia gelata.
GELICIDIO (codice tecnico Metar: FZRA) – Conosciuta sotto vari termini in Italia dove cade solitamente in Pianura Padana. Come nel caso della pioggia gelata, il fiocco di neve incontrando uno strato di aria più calda (sopra il punto di congelamento) si fonde, diversamente però dalla pioggia gelata, lo strato successivo di aria più fredda (sotto il punto di congelamento) è di poche centinaia di metri, per questo la goccia o il fiocco fuso, non riesce più a trasformarsi e al contatto con il suolo ghiaccia all’istante. Il risultato è una superficie omogenea come quella di un vetro, da qui il nome vetrone.
NEVISCHIO (in inglese snow grains, codice Metar: SG) – Quando le goccioline di acqua sono minori di 0.5mm, abbiamo il fenomeno del nevischio, che non ha nulla a che fare con dimensione della neve, ad esempio con la “neve farinosa” tipica dei blizzard. Il nevischio è fatto di cristalli di neve molto piccoli e cadono in quantià molto esigue da nubi stratiformi o nebbia. Il nevischio non ha nulla a che fare con una precipitazione nevosa debole.