Al momento è visibile solo dall’emisfero australe, a ottobre potrebbe diventare visibile anche dall’Italia.
In questi giorni in cielo c’è una cometa che sta facendo parlare molto di sé: si tratta della C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS), attualmente visibile solo attraverso potenti telescopi dall’emisfero australe, a ottobre potrebbe diventare visibile dall’emisfero boreale e forse anche dall’Italia.
Sarà davvero la cometa del secolo? Se le condizioni continueranno a evolvere favorevolmente, questo spettacolo celeste potrebbe regalare agli osservatori una vista spettacolare, paragonabile a comete famose del passato. Ma quali sono gli elementi da tenere in considerazione?
La cometa
Scoperta a inizio gennaio di quest’anno quando si trovava ancora dalle parti di Giove, C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) sin da subito si è rivelata una cometa molto promettente tra gli astronomi. Studiando le sue effemeridi si è capito immediatamente che nella seconda metà del 2024 sarebbe diventata un oggetto molto interessante.
La sua orbita è fortemente inclinata, di circa 139° rispetto all’eclittica, e il corpo celeste possiede un moto retrogrado, ovvero si muove attorno al Sole nella direzione opposta rispetto ai pianeti (in senso orario se osservato dall’emisfero nord terrestre). Ma non è tutto. Possiede un’eccentricità elevatissima, praticamente pari a 1. La sua orbita quindi non descrive un’ellisse, ma un’iperbole. Questo significa che la cometa arriva da luoghi remotissimi, probabilmente dalle zone più esterne della nube di Oort o potrebbe addirittura essere stata espulsa da un altro sistema stellare. Di conseguenza la Tsuchinshan non rappresenta una cometa periodica ma si sta affacciando per la prima volta nel sistema solare interno.
Non poteva esserci notizia migliore! Quando una cometa possiede un’orbita così aperta significa che non ha mai interagito con il calore di una stella. Il corpo celeste si presenta pertanto intatto sin dalla sua nascita, ricchissimo di ghiacci e polveri che non sono mai sublimati dalla sua superficie, aumentando di conseguenza le probabilità di osservare una coda molto luminosa. Ed è proprio come si sta comportando la Tsuchinshan.
Dopo mesi di attesa siamo finalmente arrivati al periodo più clou: C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) raggiungerà infatti il perielio tra pochissimi giorni, il 27 settembre, a una distanza di circa 58 milioni di km dal Sole. Se non si disintegrerà in questo passaggio potrebbe rendersi visibile anche dall’Italia. Ma tutto questo sensazionalismo che si sta generando in queste settimane è fondato?
Comete come gatti
Ogni anno abbiamo svariate comete, periodiche e non, che vengono a farci visita. Le ultime celebri che molti ricorderanno sono la 12P/Pons-Brooks nell’aprile di quest’anno o la Cometa dei Neanderthal che a inizio 2023 ha fatto parlare molto di sé ma che in realtà a malapena si intravedeva ad occhio nudo sotto cieli molto bui. L’ultima grande cometa che veramente ha dato spettacolo è stata la Neowise quattro anni fa, la quale ha impreziosito le albe e i tramonti dell’estate del 2020.
Il fattore principale da tenere sotto osservazione per capire se una stella chiomata darà veramente spettacolo è la sua curva di luce. Si tratta di un grafico che registra la magnitudine del corpo celeste man mano che questo si avvicina al Sole. L’occhio umano è in grado di vedere oggetti con una magnitudine inferiore a +6, e la Tsuchinshan-ATLAS nel momento in cui scrivo si trova abbondantemente al di sotto di questo valore (+3,4).
C’è però un piccolo, grande problema: la cometa si trova troppo vicina angolarmente al Sole. La sua massima elongazione prevista è di soli 22° dalla nostra stella: questo significa che l’oggetto è completamente immerso nelle luci del chiarore dell’alba verso est, e quindi impossibile da adocchiare. Nel corso dei prossimi giorni questa distanza angolare continuerà a diminuire, rendendo sempre più difficile l’impresa. Questo è un peccato, perché il punto di massima luminosità dell’oggetto coinciderà proprio con la minima elongazione, ovvero quando la cometa si troverà lungo la linea che collega il Sole con la Terra.
Appuntamento dopo il 9 ottobre?
Come visibile in questo grafico prodotto dal COBS (Comet Obstervation databaSe) la magnitudine più bassa che la ATLAS raggiungerà sarà +2, non di certo il campione di pesi massimi di luminosità. Basti pensare che la come Neowise raggiunse una magnitudine prossima allo 0.
Non tutte le speranze sono però perdute. Una volta che Tsuchinshan passerà tra noi e il Sole il 9 ottobre, da quel momento in poi la sua distanza angolare dalla nostra stella riprenderà ad aumentare e la cometa inizierà ad essere visibile dopo il tramonto, verso ovest, anche nell’emisfero boreale. È qui che entra in gioco l’asso nella manica che la ATLAS è in grado (potenzialmente) di offrirci.
A differenza delle comete degli ultimi anni, C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) il 9 ottobre passerà quasi perfettamente tra la Terra e il Sole. Questo allineamento fortuito potrebbe generare un fenomeno particolare chiamato forward scattering. In breve, le sue polveri, trovandosi lungo la linea di vista tra noi e il Sole, potrebbero diffondere la luce solare amplificando nettamente la magnitudine apparente della cometa.
È lo stesso fenomeno secondo il quale l’atmosfera del nostro pianeta diffonde la luce del Sole (lo scattering di Rayleigh) facendoci apparire il cielo di giorno luminoso, o come quando si osserva un gas illuminato da una torcia. Si tratterebbe pertanto di un aumento di luminosità della cometa apparente, non intrinseco. Le stime prevedono che con questo fenomeno la cometa potrebbe raggiungere una magnitudine addirittura prossima a -4 o -5, nettamente inferiore a quella massima raggiunta dalle Hale-Bopp nel 1997 (-1,2).
Ovviamente l’effetto maggiore del forward scattering si raggiungerà quando la cometa si troverà in direzione del Sole, e quindi alla minima distanza angolare da esso, nella prima metà di ottobre. Ma la speranza è che parte di questo fenomeno sia visibile nei giorni immediatamente successivi al 9 ottobre. Una volta superato il perigeo infatti, C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) si allontanerà angolarmente dalla nostra stella rendendo più facile la sua osservazione, ma in contemporanea la sua luminosità calerà vistosamente, raggiungendo un valore di +4.5 a fine ottobre. Per di più ci si mette in mezzo anche una fastidiosa Luna crescente (sarà piena il 17) che renderà ancora più complicato adocchiare questo oggetto. Avremo pertanto pochissimi giorni a disposizione tra il 12 e il 15 ottobre per provarci.
Tutto questo senza considerare che le comete sono come i gatti, imprevedibili. Potrebbe anche accadere (come successo con altre comete molto promettenti in passato) che la ATLAS non sopravviva al passaggio al perielio, venendo completamente distrutta dal calore della nostra stella, oppure che lo scattering delle sue polveri non rispetti le nostre previsioni, generando nel concreto una coda molto poco luminosa.
Insomma, parlare di cometa del secolo è alquanto azzardato. Non ci resta che tenere d’occhio questo particolare corpo celeste e incrociare le dita per un colpo di fortuna. Staremo a vedere.