AstronomiaNotizie
Di 23 Settembre 2025Settembre 26th, 2025No Comments

Lunga scia luminosa nel cielo: un bolide? No, erano i resti del razzo di SpaceX

L’evento ha catturato l’attenzione di appassionati e curiosi: non si trattava di un corpo celeste, ma dei resti di un razzo Falcon 9

La scia luminosa immortalata da Barletta

Una spettacolare e lunga scia luminosa ha sorpreso molti cittadini del Sud Italia nella notte tra il 22 e il 23 settembre, precisamente dopo le 2:20. Inizialmente è stato scambiato per una grande meteora o un bolide, tuttavia le analisi successive hanno rivelato una natura ben diversa: non si trattava di un corpo celeste, ma dei resti di un razzo Falcon 9 della compagnia aerospaziale SpaceX, protagonista di una manovra controllata di rientro.

LA RICOSTRUZIONE DELL’EVENTO

Ciò che è stato osservato non è stato quindi un evento casuale, ma la fase finale e programmata di una missione spaziale.

1. Lancio da Vandenberg (17:38 UTC) Tutto ha avuto inizio diverse ore prima, in California. Un razzo Falcon 9 di SpaceX è decollato dalla base di Vandenberg con il compito di trasportare in orbita i satelliti NROL-48 per conto del National Reconnaissance Office.

2. Messa in Orbita e Volo Orbitale Una volta raggiunto lo spazio, il secondo stadio del razzo si è separato dal primo e ha completato la sua missione, posizionando correttamente i satelliti nella loro orbita polare. Successivamente, questo secondo stadio, ormai vuoto e considerato “detrito spaziale”, ha continuato a orbitare attorno alla Terra per circa 6 ore e mezza.

3. La Manovra di De-orbitazione (00:23 UTC) È questo il momento clou che ha generato lo spettacolo celeste. Mentre sorvolava l’Europa, il motore del secondo stadio è stato riacceso deliberatamente. Questa manovra, nota come “de-orbit burn” (accensione di de-orbitazione), serve a rallentare il componente per farlo rientrare in modo sicuro e controllato nell’atmosfera terrestre, dove si disintegrerà sopra un’area disabitata, solitamente l’oceano.

4. La Scia Luminosa I gas di scarico espulsi dal motore durante questa accensione in alta quota hanno interagito con l’atmosfera rarefatta, creando la vasta e persistente scia luminosa visibile da terra. La sua durata e la sua forma particolare, diverse da quelle di una meteora, sono state la chiave per identificarne la vera origine artificiale.