La cometa 67P Churyumov-Gerasimenko è stata creata dalla collisione due comete simili: dopo lo scontro a bassa velocità, i due corpi sarebbero rimasti ‘incollati’ fra loro dando origine alla bizzarra forma visibile oggi.

La scoperta è stata resa pubblica nel 2015 da un gruppo di ricerca internazionale guidato dal geologo planetario Matteo Massironi, ricercatore dell’Università di Padova e associato dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Il Microwave Instrument (MIRO) a bordo di Rosetta, aveva rilevato molecole di acqua nella chioma della cometa quando la sonda si trovava a 350mila chilometri dal nucleo e ha fornito la prima mappa del vapore acqueo contenuto nella chioma di 67/P.

Rosetta, durante la giornata del 13 Agosto 67P, ha raggiunto il punto di massimo avvicinamento al Sole nella sua orbita di circa 6,5 anni intorno alla nostra stella. La sonda orbita attorno alla cometa per studiare ogni aspetto delle sue variazioni di attività al variare della distanza dal Sole.
Passiamo a parlare del ciclo dell’acqua appena scoperto da Rosetta
Grazie allo strumento VIRTIS (Visible, InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer) gli scienziati hanno potuto identificare una regione sulla superficie della cometa in cui il ghiaccio d’acqua appare e scompare in accordo al suo periodo di rotazione.
Gli scienziati si sono poi concentranti su una parte del collo della cometa di 1 Km quadrato; durante la rotazione della cometa, una rivoluzione completa impiega poco più di 12 ore (1 giorno cometario), la regione in questione viene a trovarsi in differenti condizioni di illuminazione. Il Ghiaccio veniva osservato solo quando questa zona si trovava in ombra e le temperature risultavano basse, invece quando la luce brillava su queste zone con relativo aumento di temperatura il ghiaccio tendeva a scomparire.

Questo indica una ciclicità nel cambiamento di stato solido/liquido durante la rotazione della cometa.
Le osservazioni e i dati forniti ci dicono che il ghiaccio, il quale si trova sia sulla superficie che a pochi centimetri al di sotto di essa, ‘sublima’ quando viene illuminato dalla luce solare, trasformandosi in gas che poi “lascia” la cometa. PoI, durante la sua rotazione, la stessa regione viene a trovarsi al buio e la superficie si raffredda rapidamente ghiacciando.

Gli autori della scoperta sono riusciti ottenere anche un modello di tutte le fasi del processo:
- durante la notte il vapore è intrappolato negli strati superficiali;
- quando la cometa viene illuminata dal Sole, il primo a sublimare è il ghiaccio intrappolato negli strati di superficie;
- successivamente, a seconda della specifica inerzia termica e delle proprietà del nucleo della cometa, il calore raggiunge gli strati più profondi;
- durante “il giorno” il vapore riesce a penetrare attraverso i pori della cometa ed evapora nello spazio;
- con il calare della luce il ciclo può ricominciare.