Il tornado era di natura mesociclonica: ha investito soprattutto la zona di San Pietro in Bevagna. Da valutare la classificazione

Nel primo pomeriggio di martedì 2 dicembre, il Salento è stato teatro di diversi fenomeni vorticosi, di cui uno particolarmente estremo culminato nella formazione di un tornado nell’agro di Manduria. L’evento ha provocato danni nelle campagne, interessando vigneti e strutture rurali, in un contesto meteorologico caratterizzato da instabilità molto marcata anche se parecchio localizzata.
LA DINAMICA DEL VORTICE: DA TROMBA MARINA A TORNADO
Secondo le testimonianze foto e video, il fenomeno sembra aver avuto una chiara natura mesociclonica, ovvero generato da un temporale dotato di una struttura rotante interna (mesociclone). Il vortice si è originato inizialmente in mare come tromba marina per poi effettuare il cosiddetto “landfall”, termine tecnico che indica il momento in cui il fenomeno tocca terra, entrando dalla costa di San Pietro in Bevagna.
Il tornado è durato diversi minuti inoltrandosi per alcuni chilometri nell’entroterra: era visibile da tutti i paesi vicini (foto sono arrivate anche da Erchie e Avetrana). Il vortice ha assunto per alcuni istanti dimensioni notevoli, tanto da far ipotizzare si trattasse di un “wedge tornado”, una tipologia caratterizzata da un cono molto ampio, simile a un cuneo o a un blocco massiccio che tocca il suolo.
I DANNI NELL’AGRO DI MANDURIA
Le aree maggiormente colpite risultano essere l’agro meridionale del comune, nello specifico tra Manduria e San Pietro in Bevagna, in particolare tra Borraco, la zona mercatile e Bosco dei Cuturi. Le segnalazioni riportano danni a vigneti, pali della luce divelti, muretti a secco abbattuti e alberi sradicati. Nonostante la gravità degli effetti al suolo, in assenza di una documentazione fotografica dettagliata e completa, non è ancora possibile classificare con precisione scientifica l’intensità del tornado secondo le scale di misurazione internazionali.
ALTRI FENOMENI VORTICOSI
Quello di Manduria non è stato un evento isolato nella giornata del 2 dicembre. L’instabilità atmosferica ha favorito la genesi di altri fenomeni simili lungo il litorale ionico. Nella stessa zona sono state segnalate almeno altre due trombe marine davanti alla costa di Campomarino di Maruggio, verosimilmente di natura non mesociclonica (quindi non legate a supercelle). Infine, un’ulteriore tromba marina è stata avvistata diversi chilometri più a sud, nelle acque antistanti la città di Gallipoli.




La zona interessata dal vortice di Manduria non è del tutto estranea a eventi estremi di questo genere. La Puglia, in generale, è storicamente tra le regioni italiane più esposte al rischio di tornado. La memoria storica e la climatologia locale includono episodi di particolare violenza: si ricordano il tornado che colpì Statte, nel Tarantino, nel 2012, e uno ancora più devastante, datato 1897, che si verificò a Sava, località limitrofa e molto vicina proprio all’agro di Manduria.


