Climatologia
Di 14 Ottobre 2019Gennaio 2nd, 2021No Comments

Medicane e mare caldo: ci stiamo davvero tropicalizzando?

In numerose occasioni si è correlato il riscaldamento della superficie delle acque del Mediterraneo a un aumento dei fenomeni estremi sulla nostra penisola. Ma non è l’unico elemento da considerare

Medicane Numa
Medicane Numa II, mentre evolve sul mar Ionio a poca distanza dalle coste pugliesi. Immagine delle ore 12 del giorno 18 novembre 2017 (Satellite Terra MODIS – NASA)

Un aumento della temperatura superficiale del Mediterraneo porta sempre a possibili fenomeni violenti, come i Medicane?

I “Medicane” (tempeste di tipo tropicale nel Mediterraneo) o i V-Shape solitamente vengono associati come possibili conseguenze di un Estate molto calda. La loro formazione però non dipende esclusivamente dalle temperature superficiali del Mare Nostrum, anzi in passato si sono verificati anche con temperature al di sotto della media, e addirittura in stagione invernale.

Un Mediterraneo molto caldo non è per cui un elemento esclusivo per la loro formazione, questi fenomeni sono molto rari perché debbano crearsi le giuste condizioni bariche: differenza gradiente barico e termico elevato in libera atmosfera e formazione di un cut-off (sarebbe una particolare configurazione climatica con isolamento di una depressione dalla circolazione emisferica generale).

Senza queste condizioni una temperatura elevata del Mediterraneo sarebbe completamente inutile. Invece sulla fascia tropicale anomalie delle SST (sea surface temperature) portano a un estremizzazione degli uragani e a un loro aumento perché ci sono le giuste condizioni di circolazione atmosferica che ne favoriscono la formazione. Per cui è stupido parlare di “tropicalizzazione del Mediterraneo” perché non ci sarebbero mai le condizioni di circolazione atmosferica per trasformare il nostro clima in un clima tropicale.

Un altro elemento da non sottovalutare: il rimescolamento delle acque del Mediterraneo

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Temperature superficiali del Mediterraneo nell’Estate 2015 – Fonte INGV

Un altro elemento che non viene considerato è l’analisi della temperature delle acque in profondità. Durante possenti ondate di calore, la superficie di un mare chiuso come quello Mediterraneo, si riscalda molto velocemente a causa del mancato rimescolamento delle acque. Quindi ci troviamo una superficie molto calda mentre in profondità la temperatura si mantiene abbastanza fredda. Quindi è errato misurare “la febbre” al nostro mare dopo un ondata di calore, ma è giusto misurarla alla fine dell’Estate per due ragioni: non sappiamo se nei successivi mesi estivi l’anomalia termica continuerà; non sappiamo cosa accadrà con un rimescolamento delle acque.

Transect Temperatura Media
Sezione in profondità delle temperature delle Acque del Mediteranneo al parallelo 40°

Pe cui se le condizioni estive permetteranno un perdurare delle anomalie anticicloniche nel Mediterraneo e se a fine estate continueremo a registrare temperature superficiali elevate, i fenomeni ai quali andremo incontro molto probabilmente sono MCS e V-Shape di elevata potenza (cioè sistemi temporaleschi in grado di scaricare elevati quantitativi di acqua in poche ore).

Invece per la formazione di Medicane, come già detto in apertura, dovremo avere le giuste configurazioni bariche.

L’INDICE ENSO Per rilevanza statistica l’anomalia delle acque superficiali del Pacifico (ENSO), porta a una diminuzione di uragani atlantici (sia in numero che in potenza) e un aumento di quelli nel Pacifico (sia in numero che in potenza), oltre ad avere numerosi altri effetti come la siccità negli stati occidentali degli USA. Invece gli effetti sull’Europa dell’ENSO non hanno mai avuto un riscontro statistico.

Nino Estate 2015
Indice ENSO nell’Estate del 2015

L’INDICE ITCZ Questo indice invece influisce in modo preponderante nelle dinamiche estive dell’Europa e del bacino del Mediterraneo. Si tratta della zona di convergenza intertropicale (per intenderci i monsoni). Nella fascia africana intertropicale spostamenti più a nord o più a sud dei monsoni sono la causa dello “spanciamento” dell’Anticiclone africano in Europa.

Dall’immagine esempio che segue possiamo notare come i monsoni (linea rossa) si siano spinti ben al di sopra della media (linea nera) nel Luglio 2015, apportando un’intensa ondata di calore.

ITCZ Estate 2015
ITCZ nell’Estate del 2015
Daniele Chierico

Daniele Chierico

CEO MeteOne esperto di fisica dell'atmosfera e meteorologia d.chierico@meteone.it