Climatologia
Di 10 Aprile 2022Aprile 15th, 2022No Comments

Climate Change: Natural o Anthropic? Parte 1

Cambiamenti climatici e riscaldamento globale, tematiche all’ordine del giorno e su cui ci si divide e ci si “scalda”. Una serie di articoli per introdurvi all’argomento.

Climate Change

PREMESSA In questa serie di articoli esprimeremo anche un nostro personale giudizio, ma che non dovrà influire sulla vostra libertà di scelta. Pensiamo che lo spirito critico, e la costruzione di un giudizio basato su un ragionamento critico, è il primo passo per liberarsi da qualsiasi costrutto di stampo ideologico.

In questi anni da entrambi gli schieramenti si è caduti in eccessi, che non portano nulla di buono alla scienza. Da un lato abbiamo il fenomeno Greta e il vasto movimento “Friday for foture” con elementi fortemente ideologici ed estremizzati, dall’altra chi nega o comunque cerca di nascondere che ci sono delle problematiche da risolvere a livello di produzione energetica e di sostenibilità ambientale. Sicuramente non ci troverete in nessuno dei due schieramenti. Il “tifo da stadio” non fa bene alla scienza, né tantomeno serve a risolvere dei problemi.

IMPORTANTE: questa che leggerete è un introduzione base e non approfondita. Per ulteriori approfondimenti seguite la sezione Climatologia del portale e le nostre dirette “Pillole climatiche” sulla nostra pagina social “MeteOne Puglia e Basilicata”.

Le principali teorie sui cambiamenti climatici 

L’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) afferma che il clima cambia e continuerà a farlo a causa di una continua immissione di CO2 (Anidridie carbonica) nell’aria da parte dell’uomo. L’IPCC è un ente intergovernativo creato appositamente per studiare i cambiamenti climatici e per poter definire un protocollo economico-politico da seguire per contrastare gli stessi. Esso racchiude il parere di centinaia di scienziati di varie materie non solo scientifiche ma anche nel campo delle scienze umane.

Secondo un altro gruppo minore di scienziati tra cui il Premio Nobel alla Chimica Kary Mullis, il Fisico italiano Antonino Zichichi, il Climatologo italiano Franco Prodi, i meteorologi Hajo Smit, Philip Lloyd e Roy Spencer, nonché i fisici dell’atmosfera come Fred Singer e i climatologi John Christy e William D. Braswell (tutti ex membri dei comitati scientifici dell’IPCC), ecc. il cambiamento climatico invece è da imputarsi in minima parte all’uomo e in larga parte a cicli naturali della Terra.

La principale teoria in “contrasto” al riscaldamento di origine antropica

Progetto-Cloud-CERN
Il Progetto CLOUD al CERN di Ginevra

Ci sono varie teorie, ma quella che ha una base più consistente dal punto di vista scientifico è quella che associa i cicli solari, i raggi cosmici e l’effetto albedo delle nubi.

  • Cicli solari: minimi e massimi solari. Citiamo l’egregio lavoro intrapreso da due fisici danesi Henrik Svensmark, meteorologo e fisico del Danish National Space Center e dell’università di Copenhagen, che insieme ad un altro scienziato danese Eigil Friis-Christensen, direttore del Centro spaziale della Danimarca hanno studiato la correlazione tra cicli solari, aumento delle nubi sulla superficie terrestre e variazione di temperatura. 
  • Raggi cosmici, aerosol atmosferico, nubi e effetto albedo. In seguito agli studi degli scienziati danesi, si è svolta in questi anni un’importante ricerca nei laboratori del CERN (European Organization for Nuclear Research), il più grande al mondo per la fisica delle particelle. Il progetto prende il nome di “CLOUD Project” e studia la correlazione tra raggi cosmici, aerosol atmosferici e aumento delle nubi terrestri.

La pausa del riscaldamento globale dei primi anni 2000

Negli anno che vanno dal 2000 al 2015 circa, il trend di aumento della temperatura terrestre si è fermato, nonostante la CO2 proprio in questi anni abbia subito un’impennata record. 

Questo è stato un cavallo di battaglia per molti anni tra “gli scettici” del riscaldamento globale, perché tutti i modelli climatici avevano visto una notevole impennata delle temperature negli anni 2000 che poi in realtà non ci è stata. La spiegazione risiede in alcuni Feedback climatici che non erano stati considerati o comunque calcolati erroneamente. Tra i più importanti scoperti abbiamo gli oceani che hanno assorbito la CO2 e “mitigato” temporaneamente il riscaldamento globale nel periodo 2000-2015.

Negli ultimi anni il riscaldamento sembra aver ripreso la sua marcia, anche se meno repentina rispetto a quella avvenuta negli anni ’90.

LE DOMANDE E I DUBBI

Le domande e i legittimi dubbi di alcuni scienziati sono:

  1. se i modelli climatici hanno sbagliato una volta, perché non potrebbero farlo nuovamente?
  2. Abbiamo veramente compreso tutto del sistema Terra, da poter fare una previsione certa fino al 2100?
  3. E se avessimo sbagliato nuovamente e sottovalutato alcuni Feedback?
  4. Il sistema Terra non è fermo e sconvolgimenti improvvisi potrebbero influire sulle previsioni dei modelli climatici? Modelli climatici che ricordiamo sono impostati in base ai “dati attuali” e non quelli futuri che oggi ancora non possiamo conoscere.
  5. Anche se le previsioni fossero giuste, la scoperta di nuove tecnologie nel campo energetico fino al 2050 o 2100 potrebbero inficiare le previsioni più catastrofiche?

Il catastrofismo climatico

RCP-IPCC
RCP Representative Concentration Pathway – Scenari possibili

Negli ultimi anni inoltre si sta portando avanti con molta energia il filone “catastrofico” che vedrebbe la Terra spacciata fra 7 anni e mezzo o su di li, questo ha fatto storcere il naso anche ai sostenitori più accaniti del riscaldamento globale antropico che non si riconoscono in questo filone catastro-ambientale. Lo stesso IPCC infatti ha fatto varie previsioni chiamate RCP (Representative Concentration Pathway), da quella peggiore a quella più positiva, sulla concentrazione futura di CO2. La maggior parte dell’informazione e il movimento di Greta si pone sullo scenario peggiore. Ci si chiede perché? Poca speranza e fiducia nell’umanità? Vi lasciamo con questa domanda…

 

Daniele Chierico

Daniele Chierico

CEO MeteOne esperto di fisica dell'atmosfera e meteorologia d.chierico@meteone.it