Nei primi mesi estivi le perturbazioni atlantiche hanno colpito a ripetizione il nord Italia mentre il sud è stato sotto richiami caldi
Siccità al sud, alluvioni al nord. È stata questa la tendenza predominante dei primi estivi e potrebbe essere la stessa anche per la seconda parte dell’estate 2024. Attualmente, infatti, l’Italia si trova nella “terra di nessuno”: da una parte un flusso mite e perturbato atlantico, che interessa l’Europa centro-occidentale con il suo ramo ascendente tra Alpi e Nord Italia. Dall’altro un flusso caldo e più secco dal nord africa, che interessa il Sud Italia, Balcani e Grecia, nel suo ramo ascendente.
Tuttavia, quello che sta interessando spesso le nostre regioni non è l’anticiclone africano vero e proprio, ma richiami caldi pre frontali oppure promontori, cioè quella parte più “avanzata” dell’anticiclone. In queste condizioni bariche, non abbiamo subsidenza, quindi aria calda che si “schiaccia” al suolo. Per cui anche nelle zone interne del centro-sud difficilmente si registrano temperature estreme, se non localmente in quelle zone esposte ai venti di ricaduta appenninici o nelle vallate interne meridionali.
Siccità al Sud e alluvioni al Nord
La configurazione barica che stiamo vivendo quest’anno è decisamente atipica, se non eccezionale. Rispetto all’anno scorso abbiamo un indice ITCZ (leggi la spiegazione), molto più basso del normale, per cui l’anticiclone africano non si è mai spinto sulla nostra Penisola in questa estate. Le “ondate di calore” per cui sono tutte da attribuire a prefrontali caldi, legati alle continue perturbazioni atlantiche, che stanno interessando l’europa nord-occidentale e regioni settentrionali dell’Italia, e a “deboli” promontori anticicloni di matrice tropicale continentale.
Per cui con ITCZ così basso e QBO negativa (leggi spiegazione), le perturbazioni artiche e il flusso atlantico si è abbassato notevolmente, con estremi scambi meridiani. Al Nord si sta assistendo a una “non estate”, ma soprattutto a un apporto precipitativo eccezionale. Queste condizioni precipitative infatti sono da considerarsi più autunnali che estive.
La questione siccità al Sud invece non è sicuramente imputabile alle poche precipitazioni estive. L’estate infatti sulle regioni meridionali è statisticamente e quindi mediamente siccitosa. La siccità al Sud va per cui ricercata in un autunno 2023 povero di precipitazioni e in una passata primavera anch’essa avara di piogge. Siamo quindi giunti all’estate 2024 già con un deficit idrico considerevole e con i bacini idrici ridotti.
Tendenza previsionale per la seconda parte dell’estate
In conclusione possiamo azzardare una tendenza per la seconda parte dell’estate 2024. L’ITCZ anche nei prossimi 10/20 giorni è previsto decisamente sottomedia. Per cui l’anticiclone africano dovrebbe restare relegato nella sua posizione nel deserto del Sahara. La QBO continuerà a rimanere negativa a 50hpa, indice di scambi meridiani insistenti. In definitiva ci aspettiamo una situazione molto simile a questa prima parte dell’estate:
- Flusso di perturbazioni atlantiche prevalentemente verso l’Europa nord-occidentale interessando quindi soprattutto il nord Italia e solo occasionalmente anche il centro-sud.
- Richiami caldi pre-frontali al sud, non legati “all’anticiclone africano” propriamente detto, ma a prefrontali e promontori anticiclonici mobili, con un apporto “purtroppo” di sabbia sui nostri cieli.
Su Puglia e Basilicata avremo un clima spesso caldo, ma non sono da escludere break temporaleschi, ogni qual volta “il nastro atlantico” si sposterà verso il Mediterraneo centrale. In queste condizioni per cui è facile che i temporali risultino di forte intensità, con fenomeni estremi, come grandinate e colpi di vento.