Specie nelle notti invernali, grazie ad alta pressione e scarsa ventilazione, la temperatura crolla con gelate in pianure e vallate

Alta pressione e bel tempo ma di notte piomba il gelo nonostante l’assenza di ondate di freddo. Come è possibile? In realtà non c’è nulla di strano, anzi: sono proprio condizioni meteorologiche di grande stabilità, come quelle favorite dalla presenza dell’anticiclone, a favorire il fenomeno dell’inversione termica.
COME FUNZIONA L’INVERSIONE TERMICA
Normalmente in libera atmosfera la temperatura dell’aria diminuisce all’aumentare della quota altimetrica. Durante un’inversione termica, invece, accade il fenomeno opposto: salendo di quota l’aria risulta più calda. Ciò può accadere sia in quota per effetto di subsidenza atmosferica che al suolo per effetto dell’irraggiamento terrestre notturno.
Durante le lunghe notti invernali, in caso di cieli sereni, le superfici si raffreddano più velocemente per irraggiamento: l’aria fredda (più pesante) si stratifica e sedimenta nei bassi strati. Non solo: questa viene “schiacciata” al suolo dall’alta pressione e in assenza di vento non può rimescolarsi con l’aria più mite che “galleggia” al di sopra.
Questo può portare spesso alla formazione di gelate nelle aree dove l’inversione termica è più accentuata, oppure può determinare la presenza di foschie o nebbie.
Succede quindi che determinate zone pianeggianti risultino più fredde di quelle di montagna, creando differenze termiche significative anche tra zone molto vicine fra loro. Un fenomeno che è più vistoso, per esempio, in Pianura Padana, ma che avviene regolarmente anche nelle nostre regioni.

I FATTORI CHE FAVORISCONO L’INVERSIONE
- Alta pressione: La presenza di un anticiclone costituisce un elemento preminente per favorire l’inversione termica. Il suolo si raffredda per irraggiamento e l’aria fredda più pesante resta schiacciata al suolo.
- Cieli sereni: l’assenza di nuvolosità favorisce l’irraggiamento notturno e il conseguente irraggiamento e condensazione del vapore acqueo.
- Scarsa ventilazione: La scarsa ventilazione non permette la rimescolanza dell’aria con gli strati superiori o inferiori con temperature e umidità differenti.
- Topografia del territorio: Le aree geografiche caratterizzate da specifiche conformazioni topografiche possono facilitare la formazione di inversioni termiche.
LE ZONE PIÙ SOGGETTE
- Valli e Bacini: Le regioni con valli ristrette o bacini circondati da rilievi topografici si presentano come suscettibili all’inversione termica, in virtù della loro propensione a intrappolare l’aria fredda.
- Pianure e/o depressioni : Le inversioni termiche sono più accentuate in pianure lontane del mare e/o depressioni o particolari conformazioni del territorio (ad esempio conche o doline) perché intrappolano l’aria fredda e sono più riparate dalla ventilazione.